Descrizione del quartiere e storia

Il quartiere si estende sulla collina di Albaro, che separa la Val Bisagno dalla Valle Sturla; fa parte del Municipio VIII.


Prima di essere accorpato a Genova nel 1873 era un piccolo comune rurale, formato da pochi agglomerati di case circondati da campi coltivati; dopo l’annessione a Genova, tutta l’area, come quelle dei contigui ex comuni della bassa Val Bisagno (Foce, San Fruttuoso, San Francesco d’Albaro e Marassi), è stata intensamente urbanizzata, ed è ora un quartiere medio residenziale.


San Martino ospita nel suo territorio il principale ospedale genovese, l’Ospedale San Martino, ed è anche sede di settori scientifici dell’Università di Genova, tra cui medicina, fisica, matematica, biologia e geologia.


Nell’area del quartiere si trova inoltre lo stadio Carlini, il secondo di Genova dopo il Luigi Ferraris di Marassi, con una capienza di 5.700 spettatori.

Il borgo di San Martino d’Albaro fu comune autonomo fino al 1874, ebbe in passato un ruolo importante, soprattutto per la posizione strategica lungo la viabilità del levante genovese.


La chiesa di San Martino è citata per la prima volta in un documento del 1128, ma si ritiene che sia sorta alcuni secoli prima; fu un’importante pieve, dalla quale dipendevano le parrocchie di San Fruttuoso, Albaro e Sturla e sede di un grande ospitale di via, citato in documenti del XIII secolo. Il luogo era infatti molto frequentato da viandanti e pellegrini: la strada proveniente da Genova, attraversato il Bisagno sul ponte di Sant’Agata, risaliva la collina da San Fruttuoso lungo la salita della Noce; da qui si dipartivano strade per diverse direzioni; le direttrici principali erano quella verso Bavari, che portava nell’alta Val Bisagno (da dove si poteva proseguire per la Valle Scrivia e la Val Trebbia, quella verso Quarto e la Riviera di Levante e quella che attraverso Apparizione e il Monte Fasce portava in Val Fontanabuona.

Nel XIV secolo avvennero cruenti scontri tra opposte fazioni di Guelfi e Ghibellini che nel 1322 si contesero aspramente una fortezza esistente nella zona, della quale non rimangono tracce.


Il borgo intorno alla chiesa crebbe con il progressivo intensificarsi dei traffici e verso la metà del XVI secolo molti genovesi benestanti vi avevano trasferito la loro residenza.

A quel periodo risale la costruzione di numerose ville patrizie, alcune delle quali ancor oggi esistenti. 
Dal 1680 nel palazzo Cattaneo ebbe sede la Podesteria del Bisagno, con giurisdizione sulla val Bisagno e sulla riviera di levante fino a Sori.
 Gli eventi bellici degli anni 1684, 1746-1747 e 1800 coinvolsero anche la zona di San Martino, evidenziando la necessità di fortificare le colline circostanti.

In tempi diversi nell’area di San Martino furono costruiti i forti Santa Tecla e San Martino, che facevano parte della linea difensiva che partendo dal forte Monteratti, sulla sommità dell’omonimo monte (564 m slm), arrivava al forte San Giuliano, prospiciente il mare nella zona di Albaro.
 Con la riorganizzazione amministrativa voluta dal governo napoleonico, a partire dal 1800, San Martino divenne comune autonomo.

La sede comunale, analogamente alla vecchia “Podesteria del Bisagno” era posta nell’ex palazzo Cattaneo, oggi edificio scolastico.
 Nel 1873, il comune di San Martino d’Albaro, insieme ad altri cinque comuni della bassa Val Bisagno fu inglobato nel comune di Genova.
 A partire da quegli stessi anni, iniziava l’espansione urbanistica verso levante della città di Genova che avrebbe trasformato l’antico borgo rurale in un moderno quartiere residenziale; le case presero progressivamente il posto degli orti e dei frutteti e contemporaneamente furono tracciate nuove strade per collegare il quartiere con il centro di Genova, che soppiantarono le antiche “creuze”.


Nel 1907 avevano inizio i lavori per la costruzione dell’ospedale, completati nel 1923. Negli stessi anni fu costruito anche il complesso sportivo “Carlini”, costruito nel 1912 ma inaugurato solo nel 1927.